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Riforma catasto: definizione, cosa prevede per prime e seconde case

La riforma del catasto continua ad essere al centro delle questioni fiscali. Attesa da anni, fatica a concretizzarsi principalmente per i risvolti politici. Ma di cosa stiamo parlando esattamente. Per spiegarlo iniziamo da una definizione operativa. Con il termine catasto si intende generalmente un'attività di rilevazione sistematica, attraverso la quale si vanno a creare una mappa ed un registro di riferimento. 

Il catasto edilizio rappresenta quindi l'insieme dei documenti raccolti e catalogati in merito ai beni immobili. Comprende elementi come i mappali, l'analisi dei luoghi e dello stato di terreni e fabbricati. Ma anche le variazioni che sono avvenute negli anni. Le imposte sugli immobili e sui terreni sono basate sui dati catastali come fonte primaria per il calcolo di quanto dovuto dai contribuenti.


La riforma del catasto: come potrebbe funzionare

Come detto, da anni ormai si parla di riforma del catasto. L'idea alla base dell'operazione consiste nell'aggiornare i dati dei valori di terreni e fabbricati al fine di determinare il loro valore attuale. Rispetto alla situazione attuale, la riforma dovrebbe garantire maggiore equità ad invarianza di gettito. 

Questo risultato si ottiene aggiornando le attuali rendite catastali, che risultano vecchie in alcuni casi di decenni e che non tengono quindi conto della reale situazione odierna. In base alle ultime indiscrezioni di stampa, la riforma del catasto non dovrebbe vedere l'applicazione di imposte sulle prime case. 


Attenzione agli immobili considerati di lusso

L'aggiornamento degli estimi potrebbe però portare anche ad una revisione dell'attuale platea dei contribuenti. In base all'ubicazione e alla tipologia del bene, le nuove rilevazioni potrebbero portare alcuni immobili a divenire di pregio. In questi casi, verrebbe meno l'esenzione IMU. 

Il cambio di definizione degli immobili di lusso potrebbe quindi significare per molti delle modifiche anche profonde rispetto alla situazione attuale. Anche in merito alle seconde case la situazione potrebbe cambiare, visto che un riaccatastamento verso categorie di pregio comporta automaticamente maggiori oneri dal punto di vista fiscale.



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