Ulteriori fattori esogeni sono poi il ritorno alla crescita dell'economia mondiale. Con l'aumento della domanda avvenuto negli ultimi mesi si è infatti riproposto il tema della diversificazione delle fonti energetiche. Una questione che pesa particolarmente su di un paese come l'Italia, che risulta importatore.
Caro benzina e prezzo del carburante: IVA e accise vanno a pesare sul costo finale
C'è poi la questione fiscale, che torna alla ribalta ogni volta che i prezzi della benzina e degli altri carburanti si avvicinano ai massimi storici. L'Italia applica infatti una tassazione molto elevata, che va a ripercuotersi inevitabilmente sulle tasche dei consumatori in periodi d'inflazione energetica. Chi si chiede da cosa è composto il prezzo finale della benzina ha spesso un'amara sorpresa quando si rende conto che più di un terzo del costo per litro corrisponde ad accise.
Vi è poi l'applicazione dell'Iva (imposta sul valore aggiunto), che va a pesare ulteriormente su quanto pagato alla stazione di rifornimento. Riempire il serbatoio significa quindi versare IVA e accise nelle casse dello Stato attraverso l'applicazione delle imposte sui consumi. Si scopre quindi che il prezzo all'ingrosso della benzina all'ingrosso è circa il 30% di quello applicato agli automobilisti privati.
Quali sono le accise applicate sul prezzo della benzina e perché determinano il caro carburante
- il finanziamento della guerra d’Etiopia (1935-1936) con un’accisa di 1,90 lire (0,000981 euro)
- Il finanziamento della crisi di Suez del 1956 con un’accisa di 14 lire (0,000723 euro)
- La ricostruzione dopo il disastro del Vajont del 1963 con un aumento di 10 lire (0,00516 euro)
- La ricostruzione dopo l’alluvione di Firenze del 1966 con 10 lire (0,000516 euro)
- La ricostruzione dopo il terremoto del Belice del 1968, sempre con un’accisa di 10 lire (0,000516 euro)
- La ricostruzione in seguito al terremoto del Friuli del 1976 con 99 lire (0,0511 euro)
- La ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia del 1980 con un’imposta di 75 lire (0,0387 euro)
- La missione Onu in Libano (Italcon) del 1983 per 205 lire (0,106 euro)
- La missione in Bosnia con l’Onu del 1996 per 22 lire (0,0114 euro)
- Rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004 con un’accisa di 0,02 euro
- L’acquisto di autobus ecologici nel 2005 con 0,005 euro
- La ricostruzione dopo il terremoto dell’Aquila del 2009 per 0,0051 euro
- Il finanziamento alla cultura del 2001 con un’imposta che va da 0,0071 a 0,0055 euro
- Il finanziamento della crisi migratoria libica del 2011 con un aumento di 0,04 euro
- La ricostruzione in seguito all’alluvione che ha colpito la Liguria e la Toscana nel novembre 2011 con 0,0089 euro
- Il finanziamento del decreto “Salva Italia” nel dicembre 2011 con un’imposta di 0,082 euro (0,113 sul diesel)
- La ricostruzione dopo il terremoto in Emilia del 2012 per 0,02 euro
- Il finanziamento del “Bonus gestori” e la riduzione delle tasse ai terremotati dell’Abruzzo con 0,005 euro
- Il finanziamento di alcune spese del decreto Fare “Nuova Sabatini” (dal 1 marzo al 31 dicembre 2014) con 0,0024 euro.