Crisi demografica, un tema che periodicamente torna all'attenzione dei media per le sue implicazioni sull'economia, ma anche sul welfare e sulle pensioni. Per cercare di comprendere la situazione, basta osservare il quadro generale della crisi (fonte Istat). In base agli ultimi dati riguardanti la situazione italiana, la popolazione residente scenderà dai 59,6 milioni del 2020 a 58 milioni nel 2030.
Sempre in base alle elaborazioni più recenti, nel 2050 la popolazione scenderà a 54,1 milioni, mentre sarà di appena 47,6 milioni nel 2070. In linea teorica, nel 2050 ci saranno tre anziani per ogni giovane, una proporzione che desta preoccupazione sia per la tenuta del sistema economico e fiscale, sia per quanto concerne il welfare e il comparto previdenziale.
Crisi demografica: definizione e significato
Il tema della crisi demografica rappresenta un topic emergente. Lo si può ben comprendere dai dati appena evidenziati. Per capire meglio il fenomeno, è opportuno partire da una definizione operativa. Per crisi demografica si intende una situazione caratterizzata dalla costante diminuzione nel tempo del numero di residenti in un determinato Paese. D'altra parte, la demografia è la scienza che studia le popolazioni umane, a partire dal loro ammontare fino alla loro composizione, allo sviluppo e ai caratteri generali di tipo quantitativo e qualitativo.
Crisi demografica: cos'è e cosa vuol dire
Dal punto di vista pratico, le implicazioni della crisi demografica sono molte. Si stima ad esempio che in Italia, entro il 2040, ci saranno oltre 10 milioni di persone destinate a vivere da sole. Le trasformazioni delle strutture familiari porteranno all'aumento delle micro famiglie, con evidenti riverberi rispetto alla struttura di welfare.
Anche le coppie senza figli sono stimate in aumento. Entro lo stesso anno, raggiungeranno quota 5,7 milioni. Purtroppo, la ricaduta sociale di questi fenomeni è dettata anche dal crollo dei livelli di fecondità riscontrati negli ultimi anni.
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