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Euro 2 più vicino con il rilancio della politica?

Dalla politica arriva la proposta di creare un euro 2 o una seconda moneta per favorire la circolazione interna della liquidità

L'idea di creare un Euro 2 da affiancare alla moneta attualmente in circolazione in Italia è stata nuovamente rilanciata dal Presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi, il quale ritiene ormai necessario arrivare ad una svalutazione dell'attuale moneta, per poter risolvere il problema della mancanza di liquidità da parte di famiglie e imprese.

L'affermazione, riportata da numerose testate online, è stata lanciata durante il No Tax Day, un'iniziativa elettorale che il leader forzista ha voluto presenziare per tornare in campo e riprendere la scena politica. Secondo Berlusconi, con un Euro 2 si potrebbe cercare di realizzare una moneta che possa andare in pareggio rispetto al dollaro e che possa "essere stampata da noi e messa sul mercato, che poi valuterà il cambio con l'euro".

I punti cardine dell'Euro 2 secondo quanto proposto oggi a Milano:
1. svalutazione dell'euro ed equiparazione al dollaro
2. forte liquidità immessa nell'economia

Business Plan: definizione, significato e come funziona

Definizione di Business Plan: significato del termine


Che cos'è un business plan e come funziona? Scopriamo insieme il significato del termine attraverso una definizione operativa. Per business plan s'intende generalmente un documento programmatico di natura aziendale, che viene redatto con lo scopo di pianificare correttamente l'apertura o lo sviluppo di un business o di un'attività imprenditoriale, al fine di organizzarne la gestione, di reperire risorse utili all'avviamento e alla crescita e di sviluppare il goodwill tra il pubblico degli stakeholder.

Come funziona un business plan?


Il business plan è un documento che deve saper riassumere in modo chiaro, conciso ed efficace il fulcro e le caratteristiche dell'attività imprenditoriale che si andrà a realizzare; per questo motivo, dovrà indicare i principali fattori e metodi di produzione dei beni o dei servizi, un'analisi del mercato all'interno del quale si intende posizionare l'impresa e una descrizione del piano e delle risorse finanziarie che sarà necessario implementare per raggiungere il fine imprenditoriale che ci si è posti. In generale un business plan ben redatto deve comprendere almeno due parti distinte: la prima è descrittiva e si occuperà di spiegare e sviluppare l'idea imprenditoriale. La seconda è finanziaria e dovrà contenere un bilancio preventivo e una raccolta di dati utili a supportare il progetto di business e a confrontarla con la realtà.

MBA o Master in Business Administration: cos'è e come funziona?

Master in Business Administration: definizione operativa

Che cos'è un MBA o Master in Business Administration e come funziona? Scopriamo insieme il significato del termine attraverso una definizione operativa. Per MBA s'intende generalmente un corso di studi universitario o post universitario in grado di specializzare lo studente in un numero elevato di competenze, non necessariamente ed esclusivamente riconducibili all'ambito dell'economia, ma più in generale collegabili alla corretta gestione di un business o di un'attività di stampo imprenditoriale. Tra i master attualmente frequentabili in Italia, è sicuramente riconosciuto come uno di quelli più prestigiosi ed ambiti.

Come funziona un MBA o un master in business administration

In Italia un MBA è equiparabile ad un master di stampo universitario, pertanto può essere di primo o secondo livello ed ha la durata di un anno scolastico, equivalente all'acquisizione di 60 CFU o crediti formativi universitari. All'estero il Master in Business Administration è equiparabile ad una laurea di tipo magistrale ed ha la durata di due anni, equivalenti a 120 CFU. Tra le materie solitamente insegnate all'interno di questo corso di studi, troviamo management, finanza, economia, matematica finanziaria, marketing e diritto d'impresa. Il profilo professionale tipico che decide di dedicarsi a questo percorso è rappresentato da imprenditori, dirigenti d'impresa pubblica o privata, manager e investitori che desiderano acquisire competenze decisive da spendere in contesti ad elevata concorrenza.

Default: definizione e significato

Definizione di default
Che cos'è il default e come funziona? Scopriamo insieme il significato del termine attraverso una definizione operativa. Per default s'intende generalmente una situazione conclamata di impossibilità tecnica a far fronte al pagamento delle obbligazioni assunte nei confronti di una terza parte. Alcuni esempi di default possono essere il default statale o quello aziendale. Esistono anche default selettivi, caratterizzati dal fatto che solo una parte dei creditori non riceverà quanto dovuto.

Come funziona il default
Nella pratica il default avviene quando il debito afferma di non avere risorse finanziarie sufficienti ad onorare il proprio debito. Il default si può distinguere anche in formale (quando l'emittente manca dei caratteri tecnici utili al servizio della propria obbligazione) oppure fattuale / sostanziale, quando a mancare sono le risorse finanziare. Uno dei casi più conosciuti di default è quello subito dall'Argentina nel 2001.

Modello 770: definizione e come funziona

Definizione del modello 770
Che cos'è il modello 770 e come funziona? Scopriamo insieme il significato del termine attraverso una definizione operativa. Per modello 770 s'intende generalmente un documento fiscale che ricade sui sostituti d'imposta, al fine di rappresentare il contribuente nei confronti del fisco. Possiamo distinguere tra modello ordinario (da utilizzare per le operazioni fiscalmente rilevanti) e quello semplificato.

Come funziona il modello 770
Ogni anno il modello 770 contenente le ritenute fiscali degli stipendi, delle pensioni o dei compensi deve essere debitamente compilato e inviato all'agenzia fiscale competente entro il mese di luglio. Talvolta si è assistito ad una sua proroga del 770 per il mese di settembre, a causa della sovrapposizione dei numerosi adempimenti che divengono necessari a partire da giugno.

Come diventare trader professionista [Approfondimenti]

Diventare trader professionista: come si fa? È possibile riuscirci in breve tempo o con un capitale ridotto? Si può vivere di trading? Sono sempre di più le persone che si affidano a internet per trovare risposte a queste domande

Con la crisi economica molti vorrebbero cambiare lavoro o trovare una opportunità professionale più remunerativa. Per altri i ritmi scanditi dagli impegni quotidiani sono divenuti troppo stressanti. In genere si pensa che diventando trader professionali sia possibile guadagnare meglio, avere più tempo per se stessi e innalzare così la propria qualità della vita.

Eppure non sempre nella realtà funziona in questo modo. Purtroppo i mercati finanziari richiedono alcuni precisi requisiti per poter offrire agli investitori ritorni interessanti e questi requisiti sono proprio quelli che fanno la differenza tra un operatore amatoriale e un esperto del settore.

Per prima cosa, il capitale. È assolutamente impensabile di poter lavorare e vivere a tempo pieno nel campo del trading se non si dispone di un capitale adeguato. Oltre a ciò, la ricerca costante di rendimenti troppo elevati agisce da grande fattore di destabilizzazione psicologia, aumentando ancora di più (se possibile il rischio di perdite). Pertanto, il primo passo necessario per diventare trader professionista è il risparmio. 

Gestire il proprio risparmio in modo professionale non vi permetterà forse di operare come trader a tempo pieno, ma vi garantirà di accumulare un capitale sufficiente per effettuare il "salto"in un momento successivo. Oltre a ciò, un suggerimento pratico che potete iniziare a mettere in pratica ora (indipendentemente dal capitale che avete accumulato) consiste nell'aprire un conto di paper trading o di trading simulato.

Potete utilizzare uno dei moltissimi servizi offerti gratuitamente su internet (come prorealtime o yahoo finance). Spesso anche le banche presso le quali avete un conto corrente permettono di gestire un portafoglio virtuale. Questa strategia vi consentirà di acquisire esperienza gratuitamente, di testare le vostre idee di trading e di comprendere in che modo funziona il mercato.

Il secondo passo per diventare trader professionisti consiste nel prepararsi adeguatamente attraverso una formazione approfondita. Risulta evidente come la formazione è un'attività che debba essere svolta necessariamente prima che iniziate la vostra attività di trading (e anche durante); è invece profondamente sbagliato l'approccio del senno di poi, perché operare sui mercati è un'attività talmente volatile e veloce da non permettervi di reperire informazioni tecniche (ad esempio sul funzionamento di un determinato strumento finanziario) durante l'apertura dei mercati.

Infine, oltre alle tecniche operative pure che sceglierete di impiegare (attraverso studio, paper trading e pratica reale), dovrete costruirvi un sistema personale di gestione del denaro. In lingua inglese si parla di money management, ma ci si riferisce sempre ad un insieme di regole che vi obbligate a seguire e che vi indichi quando aprire o chiudere una posizione, quanta parte del capitale esporre in ogni operazione e così via.

Arriviamo quindi alla naturale conclusione del nostro discorso. È possibile diventare trader professionisti? Sì, certamente è possibile per la maggior parte delle persone. È semplice? No, si tratta di un'attività per nulla semplice, che non può essere improvvisata senza esperienza e formazione e che non può essere sostitutiva di un reddito da lavoro se non si dispone di un capitale elevato. Tutti gli articoli, i banner o gli annunci che vi promettono il contrario, non sanno di quello che parlano oppure hanno interesse a vendervi qualcosa (conti di brokeraggio, guide, segnali o sistemi di trading e così via). 

Il lato positivo è che se vi appassionate abbastanza alla materia seguire i passi che sono stati appena indicati sarà un percorso abbastanza naturale, oltre che piacevole e molto divertente. 

Bitcoin: definizione, significato e come funziona

Definizione di Bitcoin
Che cos'è il bitcoin e come funziona? Scopriamo insieme il significato del termine attraverso una definizione operativa. Per bitcoin s'intende generalmente una particolare valuta elettronica, nata nel 2009 da un anonimo identificato spesso con lo pseudonimo di Nakamoto. La moneta virtuale basa il proprio valore sul meccanismo di funzionamento del peer to peer.

Come funziona il bitcoin
Il bitcoin è una valuta virtuale decentralizzata (ovvero non dotata di una banca centrale), pertanto il suo scambio può avvenire in modo del tutto anonimo. Per riuscire in questo intento, le transazioni sono crittografate, in modo da tutelare l'attribuzione di proprietà.
Gli scambi avvengono per mezzo di un database distribuito, pertanto per utilizzarli è necessario sia un collegamento alla rete internet, sia un hard disc locale nel quale sono presenti alcune fondamentali informazioni di funzionamento.
Il proprio deposito può quindi essere mantenuto al sicuro, all'interno di un hard disk, oppure può essere depositato presso dei depositi virtuali. Il sistema di condivisione peer to peer previene possibili influenze esterne e rende vani i tentativi di bloccare la valuta, di crearne di nuova o di rivalutarla / svalutarla.
Nel 2014 il controvalore della criptovaluta in circolazione variava dai 5 ai 7 miliardi di euro.